Sessualità a 40-50 anni: energia, consapevolezza e vibrazione interiore

La sessualità non è mai un fenomeno statico, ma un processo che evolve insieme alla persona. Nella fascia d’età compresa tra i 40 e i 50 anni questo diventa particolarmente evidente: il corpo cambia, le priorità si trasformano, l’energia si muove in modo diverso. Se in gioventù l’erotismo è spesso dominato dall’impulso e dalla curiosità, a questa età la sessualità può assumere una dimensione più matura, profonda e consapevole.

La psicoanalisi energetico-vibrazionale (vedi Il Grande libro di Medicina e psicologia energetico vibrazionale di Alfonso Guizzardi)) ci offre una chiave di lettura preziosa per comprendere questa fase della vita. Secondo questa prospettiva, la sessualità non è solo il risultato di meccanismi biologici o di desideri psicologici, ma un vero e proprio flusso energetico che attraversa tutto l’essere umano. Ogni incontro intimo è una danza di vibrazioni, un dialogo tra campi energetici che va oltre il semplice contatto fisico.

Un nuovo linguaggio del corpo
Intorno ai 40 anni l’organismo inizia a modificarsi: la risposta ormonale si fa meno immediata, il recupero è più lento, e spesso lo stress di lavoro e famiglia riduce la spontaneità del desiderio. Ma proprio qui si apre una possibilità straordinaria: trasformare la sessualità in un linguaggio di presenza e connessione, non più basato solo sulla performance ma sulla qualità del contatto.
La sessualità diventa allora occasione di ascolto profondo: riconoscere le sensazioni sottili, sintonizzarsi con il partner, accogliere le emozioni senza giudizio. La vibrazione energetica non riguarda soltanto i genitali, ma attraversa tutto il corpo: mani, respiro, sguardo, voce.

Il ruolo della meditazione
La meditazione può diventare uno strumento fondamentale per chi desidera vivere la sessualità in modo più pieno a questa età. Bastano pochi minuti al giorno di silenzio interiore per affinare l’ascolto e ridurre le tensioni accumulate. Meditare significa allenarsi a stare nel “qui e ora”: un atteggiamento che, trasportato nell’intimità, permette di gustare ogni sensazione con maggiore intensità.
Un semplice esercizio meditativo consiste nel sedersi comodamente, chiudere gli occhi e portare l’attenzione al corpo. Sentire il respiro che entra ed esce, percepire il battito del cuore, osservare i pensieri senza trattenerli. Con la pratica regolare, aumenta la consapevolezza e diminuisce l’ansia da prestazione, favorendo una sessualità più fluida e autentica.

Respirazione ed energia vitale
La respirazione è uno dei canali principali attraverso cui l’energia sessuale si muove. Quando respiriamo in modo superficiale, l’energia rimane bloccata nella parte bassa del corpo; quando invece respiriamo profondamente e consapevolmente, l’energia può salire e fluire.
Un esercizio utile è la respirazione circolare vibrazionale: sdraiati, con gli occhi chiusi, si inspira lentamente dal naso portando l’aria fino al basso ventre, poi si espira dalla bocca emettendo un suono vibrante, come un leggero “mmm” o “aaa”. Questo permette di sciogliere le tensioni, stimolare il diaframma e risvegliare la vitalità. Con la pratica, il corpo si scalda, l’energia si espande e la sessualità si nutre di un senso di vitalità nuova.

Esercizi vibrazionali per il corpo
Accanto alla meditazione e al respiro, gli esercizi vibrazionali aiutano a risvegliare il corpo e renderlo più sensibile. Possono essere pratiche semplici, da fare anche da soli, per riconnettersi alla propria energia:
• Oscillazione consapevole: in piedi, a piedi nudi, ci si lascia dondolare dolcemente avanti e indietro, percependo come il peso passa dai talloni alla punta dei piedi. Questo movimento stimola il radicamento e aumenta la percezione del corpo.
• Suoni del corpo: emettere vocali prolungate (“A”, “O”, “U”) mentre si respira profondamente. Le vibrazioni sonore massaggiano internamente e favoriscono il rilascio di blocchi emozionali.
• Movimento libero: lasciare che il corpo si muova spontaneamente seguendo la musica o il ritmo del respiro. Questo aiuta a liberare tensioni e ad aprirsi alla spontaneità, qualità essenziale nell’incontro sessuale.

La fiamma che non si spegne
La sessualità a 40-50 anni non è un tramonto, ma un nuovo inizio. Non ha più i toni impetuosi della giovinezza, ma può diventare una fiamma costante che scalda e illumina. La chiave sta nel portare attenzione, presenza e cura all’energia che ci attraversa.
La psicoanalisi energetico-vibrazionale ci ricorda che ogni gesto, ogni respiro e ogni sguardo sono vibrazioni che possiamo condividere. La maturità offre l’opportunità di vivere la sessualità come un atto sacro: un incontro in cui corpo, mente ed energia si fondono in un’unica danza.
In questa prospettiva, l’amore non è più solo desiderio, ma cammino di consapevolezza: un viaggio che continua a rinnovarsi, alimentato dalla forza del respiro, dal calore della presenza e dal coraggio di lasciarsi vibrare insieme.

La Sessualità tra i 30 e i 40 anni da una prospettiva energetico-vibrazionale

Tra i 30 e i 40 anni, la sessualità non è più solo una questione di impulso fisico: si configura come una dimensione complessa, in cui si intrecciano consapevolezza corporea, maturità psicologica e qualità dell’energia vitale. In questa fase, il soggetto affronta sfide legate alla relazione di coppia, al lavoro e alle responsabilità familiari, che impattano profondamente sulla sua energia sessuale.

Secondo Alfonso Guizzardi, «il modello della psicoanalisi energetico-vibrazionale può essere rappresentato graficamente con l’immagine del nodo a trifoglio. Dove Corpo, Psiche e Campi energetici si intersecano in canali, porte, luoghi, punti o nodi» Il Giardino dei Libri. Questo nodo a trifoglio descrive l’essere umano come un sistema integrato in cui la sessualità riflette non solo l’armonia psicofisica, ma anche l’equilibrio energetico.

  1. Energia sessuale come dinamica vitale

Guizzardi sostiene che la vita pulsa secondo dinamiche contrattive-espansive, centrifughe e centripete: queste tensioni non riguardano solo il corpo, ma travalicano ogni livello dell’essere Il Giardino dei Libri. In età adulta, tra i 30 e i 40 anni, l’energia sessuale può esprimersi nel suo potere creativo e rigenerativo oppure bloccarsi, generando disarmonia, insoddisfazione o calo della libido.

In termini psicologico-vibrazionali, alimentare l’energia sessuale significa permettere un flusso armonico tra i livelli interconnessi del sé – fisico, emozionale e energetico.

  1. Consapevolezza relazionale e campo condiviso

La sessualità matura non è solo un atto individuale, ma un processo in cui i campi energetici dei partner si intrecciano. Emozioni come amore, fiducia e gioia generano frequenze armoniche, fondamentali per il desiderio e l’intimità. Al contrario, stress, ansia o risentimento producono frequenze dissonanti, in grado di ostacolare la connessione.

L’approccio di Guizzardi invita a considerare l’atto sessuale non solo come esperienza corporea, ma come campo energetico condiviso che necessita di equilibrio e consapevolezza.

  1. Stress come ostacolo energetico

Nel decennio tra 30 e 40 anni, la quotidianità è spesso segnata da ritmi intensi e responsabilità elevate. Lo stress agisce come una contrazione energetica, riducendo la vitalità, il desiderio e la capacità di abbandonarsi al piacere. Una contrazione che si riflette su tutti i livelli: muscolare, psichico ed energetico.

Guizzardi sottolinea l’importanza di pratiche integrate come la respirazione consapevole e il movimento energetico (es. BreathBalance, che coesiste nella sua opera) per riattivare il flusso vitale e ristabilire armonia interna Il Giardino dei Libri.

  1. La coscienza come creazione della realtà

L’autore riprende anche spunti dalla moderna fisica quantistica e dalla saggezza orientale: «l’individuo, attraverso l’atto di coscienza, crea veramente la ‘realtà’, e che dunque il rapporto fra l’uno e l’altra non ha soluzione di continuità» Il Giardino dei Libri. In altre parole, la consapevolezza e l’intenzione plasmano la qualità dell’esperienza sessuale, conferendole potere trasformativo.

  1. Sessualità come percorso di integrazione

Questa fase della vita può rendere la sessualità una via di crescita interiore e trasformazione. Non si tratta solo di piacere, ma di un equilibrio dinamico attraverso cui il corpo, la mente e l’energia dialogano in modo coerente.

L’approccio energetico-vibrazionale suggerisce di:

  • ascoltare i segnali del corpo,
  • trasformare le emozioni disarmoniche,
  • sviluppare comunicazione autentica nella coppia,
  • coltivare momenti di connessione consapevole con pratiche energetici, respiratorie o meditative.

Tali momenti diventano meditazioni attive, in cui il piacere diviene strumento di equilibrio e guarigione.

Conclusione

La sessualità tra i 30 e i 40 anni, vista attraverso la lente della psicologia energetico-vibrazionale emerge come un’esperienza profondamente integrata, che coinvolge corpo, mente, emozioni e campo energetico. L’energia sessuale, se libera ed equilibrata, rivela la capacità dell’individuo di creare benessere, connessione e trasformazione interiore in questa fase cruciale della vita.

 

La Vita Affettiva e la Sessualità dai 20 ai 30 Anni: un Viaggio tra Scoperta e Consapevolezza

I vent’anni sono spesso raccontati come l’età della libertà assoluta. In parte è vero: si sperimenta, si esplora, si cerca di capire chi siamo e cosa vogliamo. Ma la verità è che, sul piano affettivo e sessuale, questi anni sono anche un periodo delicato, fatto di entusiasmi ma anche di dubbi e paure.

Secondo la psicologa dello sviluppo Laura Bianchi, “la sessualità tra i 20 e i 30 anni non è solo un fatto biologico: è un linguaggio che racconta come ci percepiamo e come vogliamo essere visti”. E in effetti, i legami che costruiamo in questa fase hanno un forte impatto sulla nostra autostima e sulla fiducia negli altri.

Nel suo libro “La goccia nell’OceanoAlfonso Guizzardi ci parla dell’amore come un proprio rimedio interiore. In una relazione vissuta tra i 20 e i 30 anni, questa visione invita a vedere ogni incontro come occasione di guarigione e crescita, non solo come esperienza di piacere o complicità.

L’esplorazione e la ricerca di identità

Nei primi anni vent’anni, la vita sentimentale è spesso segnata dal desiderio di esplorare. Ci si affaccia a storie più o meno stabili, si prova a capire cosa significhi davvero amare, e a distinguere tra attrazione fisica e connessione emotiva.

“Ogni relazione, anche breve, può essere un atto di cura: un invito alla crescita personale e alla scoperta di sé” – Alfonso Guizzardi “Il Grande Libro di Medicina e Psicologia Energetico-Vibrazionale, Vol I

Libertà e responsabilità

A differenza dell’adolescenza, qui le scelte affettive e sessuali iniziano ad avere un peso diverso. La libertà diventa più ampia, ma anche la responsabilità cresce: protezione, consenso, rispetto dell’altro sono temi che entrano a pieno titolo nella vita quotidiana.

Non è raro che in questa fase emergano ansie legate alla prestazione o timori di non essere “abbastanza”. I modelli irrealistici trasmessi dai social e dal web possono accentuare la pressione. Per questo, ricordano gli psicologi, parlare apertamente col partner e normalizzare le proprie fragilità è fondamentale.

 

L’intimità nell’era digitale

Oggi, una parte importante delle relazioni nasce online. App di incontri e social network hanno cambiato il modo di conoscersi, rendendo tutto più veloce e accessibile. Ma non sempre più semplice.

“Un respiro lento e centrato apra la porta all’intimità autentica, contribuendo a ridurre ansie da prestazione e a vivere il piacere senza giudizio” Alfonso Guizzardi  – “BreathBalance

Dai 25 ai 30: tra progettualità e nuove sfide

Con l’avvicinarsi dei 30 anni, per molti giovani cambia la prospettiva. Alcuni iniziano a desiderare una maggiore stabilità: una convivenza, un matrimonio, un progetto di vita comune. Per altri, invece, resta la voglia di mantenere aperte le possibilità.

In entrambe le scelte non c’è nulla di giusto o sbagliato. Ciò che conta, sottolineano gli psicologi, è che le decisioni non vengano prese per pressione sociale o per paura di rimanere soli, ma in sintonia con i propri desideri autentici.

 

Accettare le fragilità

Nonostante i passi avanti nella comunicazione e nell’educazione affettiva, restano difficoltà comuni: ansia, gelosia, confronto con gli altri, precarietà lavorativa che mina la serenità di coppia. In questi momenti, può aiutare ricordare che la perfezione non esiste.

Come afferma Marta Ricci, “una relazione sana non è quella senza conflitti, ma quella in cui i conflitti vengono affrontati con rispetto e apertura. Imparare a chiedere, ascoltare e concedere spazio è parte integrante della crescita affettiva e sessuale”.

 

Conclusione

La vita affettiva e la sessualità dai 20 ai 30 anni non seguono un copione unico: c’è chi trova presto un amore duraturo e chi vive una lunga fase di esplorazioni; chi desidera stabilità e chi preferisce la libertà.

Quello che accomuna tutti, però, è la ricerca di autenticità: imparare ad accettare se stessi, a rispettare i propri limiti e a costruire legami basati sulla fiducia reciproca.
In fondo, più che di perfezione, questo decennio parla di consapevolezza: quella che si costruisce passo dopo passo, incontro dopo incontro.

 

Il maschio isterico

Utilizzando la chiave di lettura che dicevamo nell’articolo sul narcisismo femminile, possiamo anche avere un bambino che invece ha raccolto delle aspettative materne di specialità, magari a latere di un padre svalutato o assente, durante la fase edipica, che potrebbe avere costruito, dentro di sé, una costellazione emotivo-cognitiva che lo porta a sentirsi un essere speciale, un principino, a cui tutto è dovuto. E se non lo dovesse ottenere? Allora sbatte i piedi, e urla, ed impreca e piange e si rotola per terra, cimentandosi in scene madri drammatiche ma anche grottesche. Poi, esaurita la scarica energetica, si cambia registro e, il nostro uomo, scrive poesie alla madre, ne decanta le doti, piange d’amore nel sentire quanto l’ama. È l’unica donna della sua vita! E infatti difficilmente possiamo trovarlo in relazioni stabili adulte.

Questo maschio isterico avrà sicuramente il diaframma contratto che gli separa, energeticamente, il bacino, con i suoi organi genitali dagli occhi che dovrebbero stare a fuoco sul mondo esterno alla famiglia di origine. Luogo questo dove egli si scontrerà spesso con l’autorità, datori di lavoro, estranei, altri da Sé che sentirà non lo apprezzano per ciò egli in realtà è: un piccolo principe. L’umiltà dovrebbe essere il suo obiettivo più che per altre personalità. E sino a quando non la troverà, ahinoi, si contorcerà come un’anima in pena.

Il narcisismo femminile

Innanzi a tutto forniamo una chiave di lettura. Certamente complessa, ma essenziale per avere una maggiore precisione e non cadere nei soliti luoghi comuni.

Dobbiamo fare una lettura che tenga in primo piano alcuni elementi essenziali:

  • ciò che è accaduto;
  • quando è accaduto, ovvero in quale fase evolutiva;
  • che tipo di relazione, ciò che è accaduto, ha creato con il principale oggetto di relazione di quella specifica fare evolutiva (sia parziale, sia generale, ad esempio, seno come parziale e madre più generale);
  • quale livello corporeo è stato coinvolto maggiormente;
  • quale costellazione di convinzioni, di credenze, di pensieri, di emozioni, di sensazioni fisiche, ciò che è accaduto ha creato;
  • che densità energetica ha il soggetto che abbiamo innanzi a noi ora e quale densità aveva quando è accaduto ciò che è accaduto;
  • che tipo di meccanismi difensivi ha imparato a mettere in atto per proteggersi dal dolore, dalla paura, dalla rabbia, ecc. di ciò che è accaduto.

Con questa chiave di lettura allora possiamo leggere il narcisismo come un fenomeno dissociativo, un meccanismo protettivo, una posizione che possiamo ritrovare, non solo associato ai diversi tratti caratteriali, bensì anche al femminile oltre che al maschile.

Nasce con una richiesta in cui uno dei genitori ha investito la bambina, per esempio: “devi essere simpatica, o attiva, o giudiziosa, o leggera, o responsabile, o studiosa, o quant’altro se vuoi essere amata ed accettata”. Se, poi, la bambina riesce ad ottenere ciò che vuole, o almeno ciò che pensa di volere, realizzando le richieste genitoriali, allora si costruisce una scissione fra ciò che è immagine (che le fa ottenere ciò che vuole) e realtà (in cui non recita ma neanche ottiene il desiderata).

Immaginiamo una donna che abbia investito tutta la sua vita sostenendo un’immagine di sé efficiente, simpatica, dinamica, brillante, sempre con il sorriso sulle labbra, anche nei momenti in cui avrebbe voluto e sentito che sarebbe stato più autentico mandare qualcuno a quel paese.

Avrà sicuramente un collo lungo, contratto, dolorante che riduce il contatto tra una mente che pensa cosa sia più giusto e un sentire di cuore quello che sarebbe più sano per lei. È anche una persona con una scarsa empatia profonda e un radicato controllo di sé. Una persona piuttosto infelice.

La scala della consapevolezza di Hawkins

David Hawkins è il creatore di una scala detta “scala della consapevolezza” . Secondo le sue ricerche ben l’87% delle persone si trova nel campo delle vibrazioni negative.
Ma ci sono anche buone notizie che emergono dai suoi studi:
  1. Una sola persona che irradia la vibrazione dell’ottimismo, che semplicemente vive e non giudica nessuno, non si risente con nessuno, accetta tutti come sono, senza rendersene conto estingue la negatività di 90.000 persone.
  2. Una sola persona che vive la sua vita in puro amore e rispetto per tutti gli altri esseri viventi, riconoscendo il diritto degli altri ad essere liberi, estingue la negatività di 750 mila persone.
  3. Una sola persona che vive l’energia dell’illuminazione, della felicità e della pace spegne la negatività di 10 milioni di persone.
  4. Una sola persona che vive l’energia della misericordia, unendo il mondo della dualità in un tutto, sentendo e riconoscendo la sua unità, spegne la negatività di 70 milioni di persone.

Cerchiamo quindi di essere quella persona.

Buon respiro a tutti!

Alfonso Guizzardi

“Maestro, come faccio a guarire dalla mia malattia?”

“Maestro, come faccio a guarire dalla mia malattia?”
“Non è della guarigione che ti devi occupare ora. In questo momento sei chiamato a rimanere nel tuo sintomo, nel tuo fastidio, nel tuo malessere. Non cercare vie di fuga. Resta in quello che c’è ora.
Contemplalo, dipingilo, custodiscilo nel tuo cuore, parlaci, dagli attenzione. Per tutto il tempo necessario. Non avere fretta. E’ il momento dell’ascolto profondo. Di te stesso.”
“Ma io ho paura della mia malattia.”
“Perché ci hanno insegnato a cancellare qualsiasi sintomo del nostro corpo, come la gomma che corregge nell’immediato un errore della matita. Quando invece è proprio l’errore stesso il nostro più grande maestro. Senza di esso non potremo fare esperienza e crescere, sempre di più. La malattia e l’errore sono dei grandi spiriti che giungono a noi per destarci. Sono gli ambasciatori dell’anima.”
“Maestro, ma la malattia fa male.”
“Non è la malattia a fare male. Ma il nostro tentativo di fuggire da essa. Pensa alla donna che partorisce: se riesce a danzare con il suo dolore il male si attenua, se lo respinge lo sente ancora di più. Siamo chiamati a vivere la malattia con il cuore. Non più con la mente.”
“E la guarigione arriverà?”
“Arriverà la cura. Di te stesso. E non t’importerà più guarire dalla tua malattia. Vorrai solo vivere. E dedicarti all’ascolto di ogni richiamo della tua anima. Non è questa forse la vera guarigione?”
Elena Bernabè – Scrittrice

Liberare la Pineale con il respiro

Dai quarant’anni in poi, la ghiandola Pineale comincia a calcificarsi e a ridurre la quantità di melatonina che produce. Questa sostanza è fondamentale, in quanto ormone, per la regolazione del ciclo sonno-veglia. Secondo alcuni, è proprio la ghiandola Pineale ad essere profondamente connessa al terzo occhio che permette la chiaroveggenza e la preveggenza. Di sicuro le ricerche confermano che:

  1. un’introduzione esogena stimola la produzione endogena;
  2. la melatonina è un forte anticancro e ci protegge dai campi elettromagnetici nei quali siamo immersi.

Possiamo stimolarla anche attraverso la nostra respirazione? Noi crediamo di sì. La respirazione modifica intensamente la nostra fisiologia e stimola il nervo vago, che, lo ricordiamo, è un nervo cranico, quindi direttamente connesso al cervello. Vago perché vaga in tutto il corpo.

Quindi, la nostra idea è che attraverso la respirazione possiamo stimolare e regolare l’attività della nostra ghiandola Pineale.

Se hai esperienze che ce lo confermano, scrivici.

Buon respiro a tutti!

Alfonso Guizzardi

Rebirthing e Respirazione per guarire i traumi della tua nascita

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oppure qui sotto:

https://www.supernaturalcafe.it/podcast/episodio-61/

 

Grazie mille per la tua attenzione!

Che cos’è un sacrificio?

L’etimologia del termine sacrificio è molto interessate, infatti essa è riconducibile all’unione dell’aggettivo “sacer” e del verbo “facio“, che significano letteralmente “rendere sacro“.
Quindi, il termine che usualmente indica uno sforzo, una privazione, un dolore, generalmente sopportato per il bene di altri, racchiude in sé un senso di sacralità determinata proprio dalla nobile azione dell’uomo.
Quando parliamo quindi di sacrificarsi intendiamo un atto di liberazione da qualcosa di cui possiamo fare a meno senza il solito e noto senso di rinuncia a cui penseremmo se consideriamo il sacrificio come uno sforzo. A questo punto il sacrificio diviene un dono divino in cui lasciamo andare qualcosa di solito per dare il benvenuto a qualcosa di insolito, ovvero a cui non siamo abituati.
Tale azione diviene naturale ogni volta che siamo abituati a cambiare la modalità in cui respiriamo. Quando nella nostra vita il respiro diviene automatico, soprattutto se tratteniamo l’inspirazione oppure accorciamo l’espirazione, difficilmente ce ne rendiamo conto.
E altrettanto difficilmente modifichiamo l’inspirazione e/o l’espirazione se qualcuno non ce lo fa notare.
Ecco quindi che anche l’espirazione può essere un sacrificio funzionale alla prossima inspirazione.
Un’espirazione consapevole, lunga, rallentata, permette di effettuare una successiva inspirazione profonda, ricca e potente.
Tutto nella vita è un dono, nel dare e nel ricevere. Dare per sacrificare, rendere sacro per ricevere altro!