Il maschio isterico

Utilizzando la chiave di lettura che dicevamo nell’articolo sul narcisismo femminile, possiamo anche avere un bambino che invece ha raccolto delle aspettative materne di specialità, magari a latere di un padre svalutato o assente, durante la fase edipica, che potrebbe avere costruito, dentro di sé, una costellazione emotivo-cognitiva che lo porta a sentirsi un essere speciale, un principino, a cui tutto è dovuto. E se non lo dovesse ottenere? Allora sbatte i piedi, e urla, ed impreca e piange e si rotola per terra, cimentandosi in scene madri drammatiche ma anche grottesche. Poi, esaurita la scarica energetica, si cambia registro e, il nostro uomo, scrive poesie alla madre, ne decanta le doti, piange d’amore nel sentire quanto l’ama. È l’unica donna della sua vita! E infatti difficilmente possiamo trovarlo in relazioni stabili adulte.

Questo maschio isterico avrà sicuramente il diaframma contratto che gli separa, energeticamente, il bacino, con i suoi organi genitali dagli occhi che dovrebbero stare a fuoco sul mondo esterno alla famiglia di origine. Luogo questo dove egli si scontrerà spesso con l’autorità, datori di lavoro, estranei, altri da Sé che sentirà non lo apprezzano per ciò egli in realtà è: un piccolo principe. L’umiltà dovrebbe essere il suo obiettivo più che per altre personalità. E sino a quando non la troverà, ahinoi, si contorcerà come un’anima in pena.

Il narcisismo femminile

Innanzi a tutto forniamo una chiave di lettura. Certamente complessa, ma essenziale per avere una maggiore precisione e non cadere nei soliti luoghi comuni.

Dobbiamo fare una lettura che tenga in primo piano alcuni elementi essenziali:

  • ciò che è accaduto;
  • quando è accaduto, ovvero in quale fase evolutiva;
  • che tipo di relazione, ciò che è accaduto, ha creato con il principale oggetto di relazione di quella specifica fare evolutiva (sia parziale, sia generale, ad esempio, seno come parziale e madre più generale);
  • quale livello corporeo è stato coinvolto maggiormente;
  • quale costellazione di convinzioni, di credenze, di pensieri, di emozioni, di sensazioni fisiche, ciò che è accaduto ha creato;
  • che densità energetica ha il soggetto che abbiamo innanzi a noi ora e quale densità aveva quando è accaduto ciò che è accaduto;
  • che tipo di meccanismi difensivi ha imparato a mettere in atto per proteggersi dal dolore, dalla paura, dalla rabbia, ecc. di ciò che è accaduto.

Con questa chiave di lettura allora possiamo leggere il narcisismo come un fenomeno dissociativo, un meccanismo protettivo, una posizione che possiamo ritrovare, non solo associato ai diversi tratti caratteriali, bensì anche al femminile oltre che al maschile.

Nasce con una richiesta in cui uno dei genitori ha investito la bambina, per esempio: “devi essere simpatica, o attiva, o giudiziosa, o leggera, o responsabile, o studiosa, o quant’altro se vuoi essere amata ed accettata”. Se, poi, la bambina riesce ad ottenere ciò che vuole, o almeno ciò che pensa di volere, realizzando le richieste genitoriali, allora si costruisce una scissione fra ciò che è immagine (che le fa ottenere ciò che vuole) e realtà (in cui non recita ma neanche ottiene il desiderata).

Immaginiamo una donna che abbia investito tutta la sua vita sostenendo un’immagine di sé efficiente, simpatica, dinamica, brillante, sempre con il sorriso sulle labbra, anche nei momenti in cui avrebbe voluto e sentito che sarebbe stato più autentico mandare qualcuno a quel paese.

Avrà sicuramente un collo lungo, contratto, dolorante che riduce il contatto tra una mente che pensa cosa sia più giusto e un sentire di cuore quello che sarebbe più sano per lei. È anche una persona con una scarsa empatia profonda e un radicato controllo di sé. Una persona piuttosto infelice.

La scala della consapevolezza di Hawkins

David Hawkins è il creatore di una scala detta “scala della consapevolezza” . Secondo le sue ricerche ben l’87% delle persone si trova nel campo delle vibrazioni negative.
Ma ci sono anche buone notizie che emergono dai suoi studi:
  1. Una sola persona che irradia la vibrazione dell’ottimismo, che semplicemente vive e non giudica nessuno, non si risente con nessuno, accetta tutti come sono, senza rendersene conto estingue la negatività di 90.000 persone.
  2. Una sola persona che vive la sua vita in puro amore e rispetto per tutti gli altri esseri viventi, riconoscendo il diritto degli altri ad essere liberi, estingue la negatività di 750 mila persone.
  3. Una sola persona che vive l’energia dell’illuminazione, della felicità e della pace spegne la negatività di 10 milioni di persone.
  4. Una sola persona che vive l’energia della misericordia, unendo il mondo della dualità in un tutto, sentendo e riconoscendo la sua unità, spegne la negatività di 70 milioni di persone.

Cerchiamo quindi di essere quella persona.

Buon respiro a tutti!

Alfonso Guizzardi

“Maestro, come faccio a guarire dalla mia malattia?”

“Maestro, come faccio a guarire dalla mia malattia?”
“Non è della guarigione che ti devi occupare ora. In questo momento sei chiamato a rimanere nel tuo sintomo, nel tuo fastidio, nel tuo malessere. Non cercare vie di fuga. Resta in quello che c’è ora.
Contemplalo, dipingilo, custodiscilo nel tuo cuore, parlaci, dagli attenzione. Per tutto il tempo necessario. Non avere fretta. E’ il momento dell’ascolto profondo. Di te stesso.”
“Ma io ho paura della mia malattia.”
“Perché ci hanno insegnato a cancellare qualsiasi sintomo del nostro corpo, come la gomma che corregge nell’immediato un errore della matita. Quando invece è proprio l’errore stesso il nostro più grande maestro. Senza di esso non potremo fare esperienza e crescere, sempre di più. La malattia e l’errore sono dei grandi spiriti che giungono a noi per destarci. Sono gli ambasciatori dell’anima.”
“Maestro, ma la malattia fa male.”
“Non è la malattia a fare male. Ma il nostro tentativo di fuggire da essa. Pensa alla donna che partorisce: se riesce a danzare con il suo dolore il male si attenua, se lo respinge lo sente ancora di più. Siamo chiamati a vivere la malattia con il cuore. Non più con la mente.”
“E la guarigione arriverà?”
“Arriverà la cura. Di te stesso. E non t’importerà più guarire dalla tua malattia. Vorrai solo vivere. E dedicarti all’ascolto di ogni richiamo della tua anima. Non è questa forse la vera guarigione?”
Elena Bernabè – Scrittrice

Liberare la Pineale con il respiro

Dai quarant’anni in poi, la ghiandola Pineale comincia a calcificarsi e a ridurre la quantità di melatonina che produce. Questa sostanza è fondamentale, in quanto ormone, per la regolazione del ciclo sonno-veglia. Secondo alcuni, è proprio la ghiandola Pineale ad essere profondamente connessa al terzo occhio che permette la chiaroveggenza e la preveggenza. Di sicuro le ricerche confermano che:

  1. un’introduzione esogena stimola la produzione endogena;
  2. la melatonina è un forte anticancro e ci protegge dai campi elettromagnetici nei quali siamo immersi.

Possiamo stimolarla anche attraverso la nostra respirazione? Noi crediamo di sì. La respirazione modifica intensamente la nostra fisiologia e stimola il nervo vago, che, lo ricordiamo, è un nervo cranico, quindi direttamente connesso al cervello. Vago perché vaga in tutto il corpo.

Quindi, la nostra idea è che attraverso la respirazione possiamo stimolare e regolare l’attività della nostra ghiandola Pineale.

Se hai esperienze che ce lo confermano, scrivici.

Buon respiro a tutti!

Alfonso Guizzardi

Rebirthing e Respirazione per guarire i traumi della tua nascita

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Grazie mille per la tua attenzione!

Che cos’è un sacrificio?

L’etimologia del termine sacrificio è molto interessate, infatti essa è riconducibile all’unione dell’aggettivo “sacer” e del verbo “facio“, che significano letteralmente “rendere sacro“.
Quindi, il termine che usualmente indica uno sforzo, una privazione, un dolore, generalmente sopportato per il bene di altri, racchiude in sé un senso di sacralità determinata proprio dalla nobile azione dell’uomo.
Quando parliamo quindi di sacrificarsi intendiamo un atto di liberazione da qualcosa di cui possiamo fare a meno senza il solito e noto senso di rinuncia a cui penseremmo se consideriamo il sacrificio come uno sforzo. A questo punto il sacrificio diviene un dono divino in cui lasciamo andare qualcosa di solito per dare il benvenuto a qualcosa di insolito, ovvero a cui non siamo abituati.
Tale azione diviene naturale ogni volta che siamo abituati a cambiare la modalità in cui respiriamo. Quando nella nostra vita il respiro diviene automatico, soprattutto se tratteniamo l’inspirazione oppure accorciamo l’espirazione, difficilmente ce ne rendiamo conto.
E altrettanto difficilmente modifichiamo l’inspirazione e/o l’espirazione se qualcuno non ce lo fa notare.
Ecco quindi che anche l’espirazione può essere un sacrificio funzionale alla prossima inspirazione.
Un’espirazione consapevole, lunga, rallentata, permette di effettuare una successiva inspirazione profonda, ricca e potente.
Tutto nella vita è un dono, nel dare e nel ricevere. Dare per sacrificare, rendere sacro per ricevere altro!

4. La Vittoria

Come fu a Stalingrado, sarà il piccolo uomo del “mondo libero”, l’abitante di Roma, Parigi, Londra, Sidney, Belgrado, Mosca, New York o Los Angeles, positivo, logico, più attento ai propri valori etici, alla propria morale che alla religione, forse sprovvisto di senso metafisico ma dotato di una profonda connessione con le più alte sfere spirituali, senza sete di fantasy ma sinceramente mosso dalla propria umanità, quello che Zaratustra avrebbe considerato un “uomo-apparente”, una caricatura rispetto al superuomo, sarà questi, figlio del sig. Rossi, ad annientare la grande armata che, attraverso la riorganizzazione neo feudale della società, la pedofilia e il trans-umanesimo vuole creare l’”uomo nuovo”, l’”uomo dio”, il “super-uomo”, signore degli elementi, padrone del mondo e delle stelle.

 

Un uomo comune, piccolo che diventa Uomo perché apre il proprio Cuore e, guardando dritto davanti a Sé, ha il coraggio di dire “IO”, “IO”, “IO. Un “IO” che ricorda alle forze cosmiche che lui esiste e che chiama quelle a proprio soccorso, perché consapevole del potere dell’essere umano che ha il coraggio di essere umano, ovvero la solidarietà, l’ascolto, la compassione e la propria Umanità. Allontaniamo dal nostro cuore la paura, apriamolo alla Luce e all’Amore, rendiamoci conto che non esiste un alto e un basso, un dentro ed un fuori, un sopra e un sotto, ma che tutto è uno e noi siamo scintille divine.

 

Stiamo vincendo contro le forze che vogliono creare il Super-uomo con la nostra Umanità, umile e piena delle frequenze dell’amore per il prossimo e per il Tutto e questo Tutto è al nostro fianco come lo fu Krisna al fianco di Arjuna, o Cristo nel cuore dei martiri.

 

Restiamo uniti nella Fede e nella nostra Umanità.

3. Il nazismo pandemico

Nel XXI secolo, Klaus Schwab, già fondatore e presidente del World Economic Forum di Davos, nel suo libro “Come gestire la quarta rivoluzione industriale”, con prefazione di John Elkann, CEO della FMA, ex FIAT, e nipote di Gianni Agnelli, scrive:

“Il futuro è rappresentato dalla biologia di sintesi, che darà la possibilità di creare organismi con determinate caratteristiche attraverso la modifica del DNA.”

“…L’abilità di modificare la componente biologica può coinvolgere praticamente qualsiasi tipo di cellula, permettendo la creazione di piante o animali geneticamente modificati o la modificazione di cellule di organismi adulti, tra cui gli esseri umani.”

 “…capacità di mutare la genetica degli animali così da poterli allevare con alimenti più economici o maggiormente disponibili…”, forse sta parlando degli insetti che stanno arrivando nei nostri mercali per uso alimentare?

È la società eugenetica di cui scriveva Aldous Huxley nel suo “Il mondo nuovo”, (ricordiamoci che il fratello lavorò come eugenetista per i nazisti) e anche quella di George Orwell e dei suoi “La fattoria degli animali” e  “1984”. Società in cui eugenetica e controllo sociale sono i pilastri su cui si fonda.

Modelli distopici sicuramente ma anche utopici, irrealizzabili nella pratica, sosterrebbe qualcuno. Risponde lo stesso Schwab:

“…I limiti non sono tanto di natura tecnica, ma perlopiù giuridica, normativa oppure etica.”

E il “modello a punti” già presente in alcune aree della Cina.

Ma che centra tutto questo con la pandemia?

Rileggiamo quello che scrive Schwab:

“…I limiti non sono tanto di natura tecnica, ma perlopiù giuridica, normativa oppure etica.”

Quindi, se ci fosse una situazione emergenziale, con milioni di morti nel mondo e, con miliardi di contagiati forse si potrebbe trovar e il modo di derogare alle norme, alle costituzioni, alla democrazia e iniziare ad introdurre un modello sociale neofeudale, con una marea di persone impoverite, ma soprattutto, come per il vecchio nazionalsocialismo hitleriano, creare il super-uomo, l’uomo nuovo: il trans-umanesimo.

“… utilizzare e impiantare dispositivi interni che monitorano i nostri livelli di attività e i valori ematochimici e in che modo questi siano associati al benessere, alla salute mentale e alla produttività.”

Non ricorda quanto viene iniettato attualmente con i sieri genici e i numerosissimi fenomeni di magnetismo per cui rimangono attaccati al braccio, sede dell’iniezione, monete, cucchiaini, ecc.? quantum dots? Microchip?

E poi, ancora:

“… creazione di bambini i cui geni sono stati progettati e che posseggano tratti particolari…”

Il processo attualmente in atto e di cui dobbiamo renderci conto non è una sperimentazione farmacologica di cui gli esseri umani sono cavie, e nemmeno si tratta solo di una riorganizzazione sociale, bensì della trasformazione dell’essere umano in altro, in qualcosa che a noi, al momento è sconosciuto, e destinato a creare l’”uomo nuovo”, il “super uomo” e i suoi servitori. Poi, chi, tra questi, sosterrà il processo trasformativo sarà schiavo, gli altri saranno inutili nella nuova società dove le macchine sostituiranno gran parte degli uomini.

Quindi lo scenario potrebbe essere il seguente:

  • forte riduzione della popolazione mondiale, soprattutto nei paesi occidentali;
  • diverse forme di esseri umani: subumani (servi) e superumani (padroni);
  • transumanesimo e massiccio controllo sociale.

Allora che possiamo fare noi, piccoli uomini comuni?

Continua…(4. La Vittoria).

2. Il nazismo magico e il mito dell’uomo nuovo

Nel XX secolo, Hermann Rauschning rammenta di quanto gli riferì un attendente personale di Hitler, ovvero che una notte Hitler chiamò aiuto, vittima d’incubi. Lo trovò tremante, sudato, in preda al panico, con lo sguardo perso nel vuoto. Gridava:

“È lui! È lui! Lo vedo qui! Lì… lì nell’angolo! Cosa c’è lì …?! L’uomo nuovo vive in mezzo a noi! È qui! Vi confiderò in segreto. Ho visto l’uomo nuovo: è intrepido e crudele e non è di questo mondo. Ho avuto paura davanti a lui”

 

Inoltre, sempre Rauschning, scrive:

“La creazione non è terminata. L’uomo arriva nettamente ad una fase di metamorfosi. L’antica specie umana è già entrata nella fase del deperimento e della sopravvivenza. L’umanità sale uno scalino ogni settecento anni, e la posta della lotta, ad un termine ancora più lungo, è l’avvento dei figli di Dio. Tutta la forza creatrice si concentrerà in una nuova specie. Le due varietà avranno una rapida evoluzione divergente. Una sparirà, l’altra si svilupperà. Essa sarà definitivamente superiore all’uomo attuale… capite adesso il significato profondo del nostro movimento nazionalsocialista? Chi non capisce il nazionalsocialismo che come movimento politico, non ne sa un gran che….”

 

I nazisti non vivevano nella realtà empirica, quella che sperimentiamo ogni giorno, con mille problemi legati alla quotidianità, al mutuo, i figli, la scuola, il lavoro, gli amori, ma in una seconda realtà immaginaria e hanno sacrificato questa umanità concreta, in nome di un’umanità astratta, magica, malamente esoterica.

 

Scrive Eric Voegelin in proposito:

“«Il climax si raggiunge col sogno magico di creare il Superuomo, l’Essere fatto uomo che subentrerà alla misera creatura fatta da Dio. Questo è il grande sogno che prima appariva in modo immaginario nelle opere di Condorcet, Comte, Marx e Nietzsche, e poi pragmaticamente nei movimenti comunista e nazionalsocialista.”

 

La scienza nazista venne impiegata per dare corpo a miti teutonici, a richieste di entità delle basse sfere, non umane: la razionalità formale fu messa al servizio dell’irrazionalità. Tale volontà di rigenerare l’uomo, di ricrearlo attraverso una gestione scientifica della società accomuna il nazismo al comunismo e all’Illuminismo estremo che innerverà il positivismo ottocentesco: Creare l’Uomo nuovo, il Superuomo, che sia ariano o sovietico o altro, non importa.

 

Hitler con la sua guerra lampo in brevissimo tempo conquista l’Europa intera… e avanza anche verso la Russia per incontrare la propria disfatta a Stalingrado.

Dopo Stalingrado. Hitler non sarà più il profeta che il suo popolo e gli alleati hanno creduto che fosse. La sua religione crolla perché Stalingrado non è soltanto la sua disfatta politica e militare, bensì è anche la modifica di una relazione tra forze spirituali. La ruota cambia la direzione in cui gira. I giornali tedeschi usciranno con la listatura a lutto e i racconti della disfatta hanno toni ancora più drammatici delle versioni russe.

Goebbles scrive:

“Rendetevi conto! È tutto un pensiero, è tutto un pensiero, è tutta una concezione dell’universo che subisce una disfatta. Le forze spirituali stanno per essere schiacciate, l’ora del giudizio si avvicina.”

A Stalingrado è la civiltà umanistica che arresta e sovverte il progetto di una civiltà diabolica, magica, non umana, che vuole creare qualcosa con l’uomo ma non per l’uomo.

Continua… (Il nazismo pandemico)