Il progetto dell’Anima
Avete mai pensato che la vostra vita ha uno scopo più alto del semplice vivere? del trascinarvi da un luogo ad un altro, da un incontro ad un altro, da un’esperienza ad un altra? fra patemi, dolori, paure, euforie e stati di ansia sempre più frequenti?
Immaginiamo, come facevano gli antichi, che la nostra vita sia una possibilità di evolvere come Spirito attraverso l’esperienza che l’Anima incarnata in un Corpo fa di se stessa e di ciò che ha da compiere nel qui e ora.
Immaginiamo che tutto venga stabilito ancor prima di nascere; immaginiamo che i nostri genitori ed i nostri figli si siano prestati a farci, una volta nati, da genitori e figli, o da compagni o da colleghi o da nostri salvatori o nostri demoni al gioco del portare a termine un progetto, un’idea, un obiettivo e che non siano i soli ad aiutarci nel nostro scopo, già, perché, accanto a noi, con lo specifico obiettivo di sostenerci e di trascinarci violentemente o spingerci dolcemente verso l’intento che abbiamo da adempiere in questa esistenza c’è un’entità sottile: angelo custode, genius o daimon.
Cosa cambia se ti fai questa fantasia? scrivi qui sotto nei commenti ciò che significa per te.

Qualcuno si ritiene spirituale perché fa parte di qualche congrega spirituale, oppure perché pratica yoga o beve tisane allo zenzero e incensa casa ed ogni altro luogo con bastoncini profumati, o perché veste in abiti esotici e dorme a terra su un futon, parla di Feng Sui e cita brani della Bhagavad Gita?
Se consideriamo che, in natura esistono 2 grandi movimenti, 2 grandi forze che muovono le Galassie, come il nostro cuore, gli oceani come i nostri polmoni, e che possiamo chiamare: forza centrifuga, verso l’esterno, e forza centripeta, verso l’interno.
Bene, che succede se quando il diaframma scende, in quanto state inalando e riempiendo i vostri polmoni, la vostra mente immagina che state spingendo sugli ischi e sulla pianta del piede, ovvero affondate un poco nella seduta e nel pavimento?
Inoltre, la mascherina copre metà del viso, rendendolo irriconoscibile, facendoci perdere identità e confondendoci nella moltitudine: uno, nessuno, centomila direbbe Pirandello. E, di fronte alla moltitudine, è sempre più difficile esprimere un pensiero differente, individuale, autonomo. La moltitudine è un fiume e le gocce d’acqua che lo compongono lo seguono fedelmente.
E la respirazione ne risente?