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TU CHIAMALE, SE VUOI, EMOZIONI (PARTE 1)

Le emozioni primarie sono emozioni innate e sono riscontrabili in qualsiasi popolazione, per questo sono definite primarie  ovvero universali.

 Le emozioni secondarie, invece, sono quelle che originano dalla combinazione delle emozioni primarie e si sviluppano con la crescita dell’individuo e con l’interazione sociale. (Vedi prossimo artivolo)

 

Costantemente proviamo tante emozioni che varia da quelle positive a quelle negative. Fondamentalmente, cos’è un’emozione, di cosa si tratta?

L’emozione consiste in una serie di modificazioni che avvengono nel nostro corpo sia a livello fisiologico, alterazioni respiratorie e cardiache, sia di pensieri, ad esempio: “… che paura… ” o “… non c’è speranza…”, sia reazioni comportamentali, come il fuggire o gridare o alterazioni della mimica facciale, che il soggetto utilizza in risposta a un evento.

Sicuramente, se domani dovesse esserci una interrogazione da affrontare o un compito scritto, un verifica insomma, potrei provare ansia, paura, per il fatto che non so bene come potrebbe andare, per non aver studiato abbastanza, non sapendo esattamente quali domande saranno affrontate e quali potrebbero essere i risultati ottenuti. In questo caso, si possono avvertire una serie di modificazioni a carico del fisico, come le farfalle allo stomaco, la secchezza delle fauci, mal di testa, respiro affannoso e così via. Si tratta di indicatori riguardanti stato di incertezza che si sta affrontando, perché le aspettative che si hanno sono distanti dalla realtà.

 

In tanti hanno studiato le emozioni cercando di definirle e categorizzarle, come Ekman nel 2008. Lo psicologo americano racconta di essere stato in un remoto villaggio sulle alture della Papua Nuova Guinea per studiare gli abitanti del posto e verificare se fosse possibile riscontrare anche tra loro le stesse emozioni provate da altri popoli. Gli indigeni, i Fore, popolo pre-letterario, alla vista di Ekman che mangiava del cibo a loro sconosciuto rimasero stupiti. In particolare uno di loro rimase a guardare Ekman con una particolare espressione. Lo studioso, entusiasta della loro reazione, fotografò l’espressione di disgusto evidenziata sul volto di questo membro della tribù e scrisse: “La fotografia illustra che l’uomo è disgustato dalla vista e dall’odore del cibo che io consideravo appetitoso”.. Questo è solo uno dei tanti esempi riferiti dallo scienziato.

 

Fu proprio seguendo questa Tribù che Ekman poté notare come le espressioni di base fossero universali perché riscontrabili in popolazioni diverse, anche in quella dei Fore che è isolata dal resto del mondo. Così decise di stilare una lista di emozioni divise in primarie e secondarie.

 

Le emozioni primarie di base sono:

  1. 1. rabbia, generata dalla frustrazione che si può manifestare attraverso l’aggressività;
  2. paura, emozione dominata dall’istinto che ha come obiettivo la sopravvivenza del soggetto ad una situazione pericolosa;
  3. tristezza, si origina a seguito di una perdita o da uno scopo non raggiunto;
  4. gioia, stato d’animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri;
  5. sorpresa, si origina da un evento inaspettato, seguito da paura o gioia;
  6. disprezzo, sentimento e atteggiamento di totale mancanza di stima e disdegnato rifiuto verso persone o cose, considerate prive di dignità morale o intellettuale;
  7. disgusto, risposta repulsiva caratterizzata da un’espressione facciale specifica.

Queste sono emozioni innate  e sono riscontrabili in qualsiasi popolazione, per questo sono definite primarie  ovvero universali.