TU CHIAMALE, SE VUOI, EMOZIONI (PARTE 2)

Le emozioni secondarie, invece, sono quelle che originano dalla combinazione delle emozioni primarie e si sviluppano con la crescita dell’individuo e con l’interazione sociale.

Esse sono:

allegria, sentimento di piena e viva soddisfazione dell’animo;

invidia, stato emozionale in cui un soggetto sente un forte desiderio di avere ciò che l’altro possiede;

vergogna, reazione emotiva che si prova in conseguenza alla trasgressione di regole sociali;

ansia, reazione emotiva dovuta al prefigurarsi di un pericolo ipotetico, futuro e distante;

rassegnazione, disposizione d’animo di chi accetta pazientemente un dolore, una sfortuna;

gelosia, stato emotivo che deriva dalla paura di perdere qualcosa che appartiene già al soggetto;

speranza, tendenza a ritenere che fenomeni o eventi siano gestibili e controllabili e quindi indirizzabili verso esiti sperati come migliori;

perdono, sostituzione delle emozioni negative che seguono un’offesa percepita (es. rabbia, paura) con delle emozioni positive (es. empatia, compassione);

offesa, danno morale che si arreca a una persona con atti o con parole;

nostalgia, stato di malessere causato da un acuto desiderio di un luogo lontano, di una cosa o di una persona assente o perduta, di una situazione finita che si vorrebbe rivivere;

delusione, stato d’animo di tristezza provocato dalla constatazione che le aspettative, le speranze coltivate non hanno riscontro nella realtà.

rimorso, stato di pena o turbamento psicologico sperimentato da chi ritiene di aver tenuto comportamenti o azioni contrari al proprio codice morale. Pentimento per qualcosa che in passato si è fatto o detto e che invece non avremmo mai voluto fare o dire.

rimpianto, una forma di dispiacere per non aver potuto (o voluto) fare o dire qualcosa.

rammarico, (simile al rimpianto) dispiacere, rincrescimento per non aver più incontrato una persona, di non aver manifestato un sentimento.

rancore, sentimento di odio, sdegno, risentimento.

Quindi, le seconde sono delle emozioni più complesse e hanno bisogno di più elementi esterni o pensieri eterogenei per essere attivate.

EMOZIONI, SENTIMENTI, SENSAZIONI

Tutte le emozioni possono diventare sentimenti, rimanere sensazioni, se cambia la componente spazio-temporale all’interno del corpo fisico/energetico:

La distinzione, infatti, fra Emozioni, Sentimenti e Sensazioni è questa:

  • Le sensazioni (caldo, freddo, ruvido, liscio, aspro, dolce, piacevole, doloroso etc..) sono vissute a livello corporeo come vere e proprie sensazioni fisiche, ovvero tattili, visive, olfattive e gustative.
  • Le emozioni (tristezza, gioia, rabbia, sorpresa, disgusto etc…) sono sensazioni che arrivano al nostro vissuto, sono energia già collegata con la nostra mente, con le nostre “valutazioni”, ma a un livello primordiale, diretto, lineare, di breve durata; SI mi piace/NON LO SO se mi piace/NO non mi piace, niente altro, nessuna elaborazione. Si distinguono in primarie e secondarie (quest’ultime frutto di combinazioni fra primarie e aspetti/vissuti culturali, come visto sopra).
  • I sentimenti invece sono più complessi perché hanno un’articolazione maggiore, sono emozioni collegate con la riflessione mentale, strutturate nel tempo, con una diversa densità. I sentimenti riescono a sostenere l’ambivalenza “SI mi piace” anche se “Non amo questi o questo…”. E così riescono a durare nel tempo e permettono una certa continuità nel nostro comportamento.

NELLA NOSTRA FORMAZIONE IN BREATHBALANCE, ESPLOREREMO LE SENSAZIONI, LE EMOZIONI E I SENTIMENTI attraverso il respiro cosciente e coerente, all’interno dello schema comportamentale della persona.

 

 

 

TU CHIAMALE, SE VUOI, EMOZIONI (PARTE 1)

Le emozioni primarie sono emozioni innate e sono riscontrabili in qualsiasi popolazione, per questo sono definite primarie  ovvero universali.

 Le emozioni secondarie, invece, sono quelle che originano dalla combinazione delle emozioni primarie e si sviluppano con la crescita dell’individuo e con l’interazione sociale. (Vedi prossimo artivolo)

 

Costantemente proviamo tante emozioni che varia da quelle positive a quelle negative. Fondamentalmente, cos’è un’emozione, di cosa si tratta?

L’emozione consiste in una serie di modificazioni che avvengono nel nostro corpo sia a livello fisiologico, alterazioni respiratorie e cardiache, sia di pensieri, ad esempio: “… che paura… ” o “… non c’è speranza…”, sia reazioni comportamentali, come il fuggire o gridare o alterazioni della mimica facciale, che il soggetto utilizza in risposta a un evento.

Sicuramente, se domani dovesse esserci una interrogazione da affrontare o un compito scritto, un verifica insomma, potrei provare ansia, paura, per il fatto che non so bene come potrebbe andare, per non aver studiato abbastanza, non sapendo esattamente quali domande saranno affrontate e quali potrebbero essere i risultati ottenuti. In questo caso, si possono avvertire una serie di modificazioni a carico del fisico, come le farfalle allo stomaco, la secchezza delle fauci, mal di testa, respiro affannoso e così via. Si tratta di indicatori riguardanti stato di incertezza che si sta affrontando, perché le aspettative che si hanno sono distanti dalla realtà.

 

In tanti hanno studiato le emozioni cercando di definirle e categorizzarle, come Ekman nel 2008. Lo psicologo americano racconta di essere stato in un remoto villaggio sulle alture della Papua Nuova Guinea per studiare gli abitanti del posto e verificare se fosse possibile riscontrare anche tra loro le stesse emozioni provate da altri popoli. Gli indigeni, i Fore, popolo pre-letterario, alla vista di Ekman che mangiava del cibo a loro sconosciuto rimasero stupiti. In particolare uno di loro rimase a guardare Ekman con una particolare espressione. Lo studioso, entusiasta della loro reazione, fotografò l’espressione di disgusto evidenziata sul volto di questo membro della tribù e scrisse: “La fotografia illustra che l’uomo è disgustato dalla vista e dall’odore del cibo che io consideravo appetitoso”.. Questo è solo uno dei tanti esempi riferiti dallo scienziato.

 

Fu proprio seguendo questa Tribù che Ekman poté notare come le espressioni di base fossero universali perché riscontrabili in popolazioni diverse, anche in quella dei Fore che è isolata dal resto del mondo. Così decise di stilare una lista di emozioni divise in primarie e secondarie.

 

Le emozioni primarie di base sono:

  1. 1. rabbia, generata dalla frustrazione che si può manifestare attraverso l’aggressività;
  2. paura, emozione dominata dall’istinto che ha come obiettivo la sopravvivenza del soggetto ad una situazione pericolosa;
  3. tristezza, si origina a seguito di una perdita o da uno scopo non raggiunto;
  4. gioia, stato d’animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri;
  5. sorpresa, si origina da un evento inaspettato, seguito da paura o gioia;
  6. disprezzo, sentimento e atteggiamento di totale mancanza di stima e disdegnato rifiuto verso persone o cose, considerate prive di dignità morale o intellettuale;
  7. disgusto, risposta repulsiva caratterizzata da un’espressione facciale specifica.

Queste sono emozioni innate  e sono riscontrabili in qualsiasi popolazione, per questo sono definite primarie  ovvero universali.

COMUNICARE MEDITANDO

 Anche se non parliamo, comunichiamo sempre!

L’ignoranza è un dono divino, la conoscenza il potere sociale.

Il libro “Pragmatica della comunicazione umana” (Watzlawick) ha posto le basi di un nuovo paradigma della comunicazione evidenziando i seguenti assiomi, che noi nella Formazione del BreathBalance “respireremo” ed “esploreremo” attraverso uno studio dettagliato della biografia di ogni partecipante, ad ogni livello: fisico, emozionale, mentale, spirituale.

IN PSICOLINGUISTICA si insegna che:

Non si può non comunicare

Quando due persone si trovano in un’unità spazio-temporale fanno parte di un processo di comunicazione

Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto ed uno di relazione

Quando due persone comunicano tra loro si scambiano un certo contenuto e contemporaneamente inviano dei messaggi che implicitamente qualificano la relazione in corso.

La comunicazione è un processo circolare

Ogni sequenza di comunicazione è causa del fenomeno che segue ed effetto di quello che lo ha preceduto.

La comunicazione è verbale e analogica

Gli esseri umani comunicano non solo con le parole, con il linguaggio verbale (o digitale perché composto da segnali discreti come lettere dell’alfabeto) ma anche con il corpo e con la voce (o linguaggio analogico perché offre una rappresentazione continua di ciò che si intende comunicare).

Il processo comunicativo

Comunicazione verbale, non verbale e paraverbale

Dialogo e Negoziazione

La comunicazione verbale è costituita dal linguaggio.

La comunicazione non verbale riguarda:

la postura;
la prossemica;
le espressioni del viso;
i movimenti delle braccia e delle mani;
le comunicazioni cinesiche.

La comunicazione paraverbale riguarda:

il tono;
il volume;
il tempo;
il timbro.

ESPLORANDO IL RESPIRO, E DANDO PIU’ SPAZIO AL RESPIRO, SAPREMO COME/DOVE/QUANDO/QUANTO COMUNICARE ANCHE SENZA PARLARE. IN MODO DA POTERCI ESPRIMERE, ATTRAVERSO UNA FORMA DI MEDITAZIONE DI ASCOLTO DELL’ALTRO.

CREO QUEL CHE SENTO MENTRE LO DICO

CREO QUEL CHE SENTO MENTRE LO DICO

Ancor prima della parola c’è un’emozione ed un pensiero, ovvero un’immagine che suscita un’emozione. Ciò che si crea è il substrato emotivo da cui nasce l’intenzione; questa è la ragione per cui è fondamentale mantenere un profondo collegamento con noi stessi, con il nostro Sé più autentico.

In cui per sé intendiamo l’unità complessiva della personalità che abbraccia conscio e inconscio, mentre per io consideriamo il centro della mente cosciente.

Entrambi si mostrano attraverso le varie manifestazione dell’Ego, inteso come veste con cui si appare, in modo più o meno sintonico, più o meno distonico.

Le parole, sono l’espressione dei nostri pensieri, delle nostre emozioni oltre ad avere delle qualità vibrazionali ed energetiche proprie che le fa funzionare come vere formule magiche.

Già Masaru Emotu ha studiato ed ampiamente documentato come cristalli di acqua modificano la propria struttura in ragione delle qualità vibrazionali a cui vengono esposti: meravigliosi cristalli per preghiere, musica classica, ringraziamenti e parole amorevoli; mentre si ottengono obrobri per minacce, parole aggressive e musica violenta.

La parola, oltre alla sintassi e alla semiotica, ha un valore ed un potere creativo e trasformativo che porta con sé una reale informazione. Essere consapevoli di ciò deve far parte del processo formativo di ogni operatore, terapeuta o professione d’aiuto, oltre che genitore, insegnante e quant’altro.

Pertanto questo modulo della formazione in BreathBalance® è aperto a chiunque sia interessato a scoprire il potere della parola, della sua vibrazione e della sua capacità trasformativa, attraverso il RESPIRO COSCIENTE E COERENTE.

 

Questo  corso è un modulo introduttivo alla formazione della Scuola R.A.BB.I.T.S. (Rebirthing and BreathBalance® International Training School) per diventare Facilitatori, Insegnanti e Master in Rebirthing e in BreathBalance®.

I moduli sono condotti e facilitati da Nicoletta Ferroni (www.nicolettaferroni.it) e Alfonso Guizzardi (www.alfonsoguizzardi.net)

 

RISOLUZIONI STORICO-GENETICHE

Nei corsi del BreathBalance® RISOLUZIONI STORICO-GENETICHE I-II esploreremo il grande ostacolo che impedisce a un’anima di evolversi serenamente, senza incontrare quella solitudine che fa sì che gli esseri umani nel corso di generazione in generazione si uniscano in incarnazioni in cui cercare, senza trovare disperatamente, quel grande amore da cui ci si sente separati.

La risposta la troviamo nel mistero della Fiamma gemella.

Due fiamme gemelle nascono come Anime “siamesi” separate per motivi di evoluzione. E quindi va da sé che esiste solo un’Anima Fiamma gemella.

Si separano per apprendere alcune lezioni, lavorare sulle ombre, e superare diverse prove. Sono state create simultaneamente e quando si reincontrano nell’incarnazione e si guardano è come se guardassero se stessi. L’intento uno della loro Anima è ri-sincronizzarsi solo in seguito alla liberazione reciproca.

Quando si incontrano hanno un’attrazione molto forte a livello spirituale, non sempre sessuale.

Stando insieme avvertono completezza, appagamento, a meno che si incontrano al momento ancora non esatto, ovvero quando non sono abbastanza mature dal punto di vista evolutivo.

Oppure il loro processo di convivenza può essere ostacolato da interferenze di altre anime, figure che si oppongono al ricongiungimento.

Questo può accadere perché le fiamme gemelle unite emanano una Luce immensa, più forte di quella prodotta dalle anime compagne o gemelle che si sono risvegliate. E la Luce, si sa, definisce tutte le Ombre, le loro ma anche quelle altrui. E chissà che le Anime Fiamme Gemelle non siano “scomode” proprio per insegnare primariamente a se stesse e poi agli altri come conciliare gli opposto che si nascondono in tutti noi: Animus e Anima, Yin e Yang, Luce e Buio.

E’ un dono incontrare fisicamente una fiamma gemella, ma al contempo è anche qualcosa di assai impetuoso.

E’ ben differente dall’incontro con un’anima gemella compatibile o meno.

Con una fiamma sai che stai incontrando quella parte di te che ami e che temi e che solo tu conosci. Quella parte nascosta e buia che eviti di mostrare agli altri. Quella parte luminosa che tanto desideri che gli altri conoscano di te.

E quando te la trovi di fronte non sei tu a innamorartene, ma la tua Anima si unisce in Amore con la sua Fiamma e non può farne a meno.

Non è un innamoramento tra anime gemelle o compagne. No, è qualcosa di molto più intenso. Ami e detesti la tua fiamma. Senti quello che sente, pensi quello che pensa e sai esattamente quando ti pensa, cosa pensa e come ti pensa.

Si condividono abilità, progetti, sogni, ma purtroppo, in base a quanto hai accettato e integrato la tua ombra, sai costruire o distruggere se accetti di cooperare con la tua fiamma gemella.

E non sto parlando di progetti materiali né filosofici. Sto parlando di progetti dell’Anima.

Uno degli escamotage per riuscire ad accettare che una fiamma gemella sia entrata nella nostra vita fisicamente è accettare che posso accettare quella parte identica a me guardandola con Amore a 360 gradi.

Con una fiamma gemella si condivide lo stesso campo energetico. Particolarmente il campo elettromagnetico del cuore è condiviso.

Per questo motivo non è possibile cocreare una relazione sana con una fiamma gemella se non abbiamo accettato di riconoscere quella parte di noi che nascondiamo.

E per relazione non intendo una relazione sentimentale ma qualsiasi relazione, anche amicale o lavorativa in cui basta guardarsi negli occhi e sapere che cosa l’altro sta co-creando con noi.

Insieme si cresce e si guarisce. Non c’è via di scampo. Se la vita ti ha donato l’incontro fisico con la tua fiamma gemella, prima di incarnarvi avevate già pattuito di farlo quindi sei pronta, sei pronto, per imbarcarti sulla nave della rinascita della tua, della vostra anima, se ti ami.

Più ti ami, più la tua fiamma gemella si amerà. Più si amerà, più tu ti amerai.

Qual è la funzione più sacra di questo incontro fisico:

  • Amare incondizionatamente, e questo prevede che entrambi le fiamme sappiano vivere individualmente senza doversi fondere nei progetti che hanno stabilito prima di incarnarsi. Anche se scelgono di dividersi, la loro unione è più forte di qualsiasi altra unione. Possono comunicare anche a migliaia di chilometri.
  • Amarsi senza condizioni, due fiamme gemelle non hanno da imparare reciprocamente come due anime gemelle o compagne. Due fiamme hanno da amare se stesse senza bisogno dell’altra fiamma. Annullando totalmente l’illusione che la tua fiamma ti ama come non ti ha mai amato nessuno.
  • Riconoscere il progetto della loro Anima, due fiamme gemelle hanno lo stesso identico progetto animico ma nell’incarnazione hanno anche abilità diverse. Per questo quando si incontrano fisicamente possono competere. Sanno che le modalità di adempimento dell’altro al proprio progetto sono le stesse ma non comprendono come mai l’altra fiamma fa cose diverse. E qui c’è solo da osservare e comprendere la giustezza del modo in cui la nostra fiamma fa diversamente da noi seppure adempie allo stesso progetto.
  • Riconoscere la differenza degli intenti dell’Anima: due fiamme gemelle hanno lo stesso progetto animico ma sono animate da intenti differenti. Per questo al livello materico nell’incarnazione portano in gioco atteggiamenti diversi che una fiamma può non condividere dell’altra fiamma.
  • Ti accorgi che sei davanti alla tua fiamma gemella, se sei in un risveglio profondo e la desideri tanto quanto desideri separartene.
  • Quando arriverà il giorno in cui non desideri più fonderti né separartene, avrete guarito le ferite postume alla vostra separazione animica.
  • La relazione con la fiamma gemella è la strada verso l’illuminazione. Ciò che la tua fiamma gemella sviluppa in te, non potrà farlo nessun altro.
  • Il tempo non è fondamentale in queste relazioni. Sono allineate al tempo universale.
  • Datti tempo. Dalle tempo.
  • Se il dolore è stato insopportabile in alcuni giorni, la tua fiamma potrebbe aver conosciuto moltissimo quella sofferenza nel suo stesso animo.
  • Entrambi avete percorso lo stesso percorso. Per uscire da quella sofferenza, riconosci il tuo valore e riconoscigli il suo valore, anche lontano da te.
  • Ricordati che – come con alcune anime gemelle – anche la fiamma può essere incarnata in una persona del tuo stesso sesso.

 

Solo riconoscendo quanta disperazione c’è nel bisogno impossibile di “ri-unirsi” potremo sanare intere generazioni di abusi, soprusi, delusioni e illusioni.

E i nostri antenati, laddove sono, beneficeranno del nostro contributo all’affrancamento dalla nostra fiamma gemella. E il nostro dna, in cui vibrano ancora rancori e risentimenti trans-generazionali, rilascerà tutto l’odio, grazie al lavoro incondizionato che sapremo fare con quella fiamma animica da cui provengo all’origine dei tempi.

Lo scopriremo e respireremo in RISOLUZIONI STORICO-GENETICHE I-II del nostro BreathBalance®.

Buon Respiro cosciente e coerente!

ASTROLOGIA EsSOTERICA

Una volta frequentato il corso del nostro BreathBalance® ANIME IN CAMMINO e scoperto il mio intento dell’anima nel verticale e il relativo progetto animico nell’orizzontale, e individuato le componenti di vibrazioni e risonanze nel corso FAMIGLIE D’ANIME, a questa visione puramente energetica subentra un’altra componente: la funzione.

Ovvero: a che cosa servo nella vita?

Nell’incarnazione siamo venuti ad assolvere a una funzione. Serviamo a qualcosa più che a qualcuno, ma attiriamo qualcuno per servire a qualcosa e quel qualcosa non è mai inutile.

Tuttavia spesso ci possiamo sentire inutili perché stiamo assolvendo a una funzione che non è allineata con il nostro intento dell’anima, per cui facciamo, diciamo, abbiamo, senza avere chiarezza su quello che ci sta accadendo.

Può accadere nelle relazioni a 2, ma anche nel collettivo, per questo entriamo facilmente in crisi su quello che viviamo.

Prima di incarnarci la nostra anima ha un intento che “anima” il progetto animico nell’incarnazione.

Il progetto animico si articola poi in intenti orizzontali (ovvero intenti dell’incarnazione) a partire dalla nostra nascita. Gli intenti possono essere: l’intento di nascita, l’intento dell’infanzia, dell’adolescenza, dell’anno, del mese, della settimana, del giorno. Possono essere intenti anche collettivi, non solo personali. L’importante è che tutti gli intenti del progetto animico, sulla scia dell’intento dell’anima, siano il “carburante” che dona gioia di vivere. Possiamo cambiare i nostri intenti del progetto animico, man mano che ci accorgiamo che ci donano sempre più gioia di vivere. Difficilmente sentiamo gioia se scegliamo intenti altrui solo per accontentare qualcuno. La nostra anima per prima ci dirà che non funziona. E come lo fa? Sintonizzandoci sulla scontentezza.

Tuttavia non possiamo cambiare la nostra funzione. Abbiamo una unica funzione che va riscoperta per assolverla e per riconnetterla con gli svariati intenti dell’incarnazione che possiamo scegliere continuamente in allineamento con l’intento dell’anima.

Il gioco sta nel rendere più sacra, ovvero più divina possibile, la nostra funzione attraverso l’onesta intercettazione del nostro intento dell’anima. E una funzione è sacra quando è totalmente allineata all’intento dell’anima. Solo allora diventa sacra e solo quando diventa sacra può chiamarsi funzione dell’anima nell’incarnazione e quando è tale, il progetto animico è completato in totale allineamento con tutti gli intenti a partire dall’intento dell’anima. Questa è la felicità pura in cui tutto avviene al momento giusto, al posto giusto, con le persone giuste.

Se siamo sintonizzati con questo gioco di intenti, cogliamo l’attimo con più semplicità.

Se siamo sconnessi, è più facile che non cogliamo l’attimo e continuiamo a vivere rincorrendo sogni che non sono nostri.

Lo snodo sta nel sentire quanta gioia sentiamo nel fare ciò che facciamo ogni istante della nostra vitA, SMETTENDOLA di proiettare sugli altri il senso di precarietà con cui siamo abituati a vivere un vita troppo piena o molto vuota.

“Respireremo” ed “Esploreremo” queste dinamiche e questi risvegli nei corsi di BreathBalance®: ASTROLOGIA Essoterica I-II attraverso il ri-conoscimento energetico della propria carta natale.

Buon respiro cosciente e coerente!

FAMIGLIE D’ANIME

Quello che abbiamo esplorato e “respirato” nel corso del BreathBalance ®, ANIME IN CAMMINO, lo approfondiamo nel corso FAMIGLIE D’ANIME andando a individuare che tipo di relazione animica intessiamo nella nostra sfera individuale e collettiva, cominciando subito a soffermarci sulla differenza vibrazionale tra Anime compagne e Anime gemelle.

Con un’anima gemella posso quasi sempre avere qualcosa in comune da compiere al livello del nostro progetto animico, mentre con un’anima compagna, anche se la relazione può durare tutta la vita, potrei avere programmi di realizzazione animica diversi, proprio perché provenendo dalla stessa Famiglia d’Anime ambiscono a fare “esperienza” diversa rispetto alla vibrazione da cui provengono.

Due Anime gemelle provengono da due Famiglie d’Anime, ma il percorso di crescita e di risveglio è molto simile.

E secondo quanto la vibrazione di entrambi è disposta a modularsi crescendo insieme, il loro gemellaggio porta all’evoluzione di entrambi, rendendo sempre più compatibile la loro evoluzione.

Se la compatibilità tra due Anime è scarsa non significa che non potranno farcela a crescere insieme. Significa che vanno piuttosto individuati e sanati eventuali patti e voti fatti in altre esistenze parallele o nella vita tra le vite. Ovvero accordi presi anche “violentemente” in casi in cui si sono perse o sono state separate con dolore.

In questi casi se l’attrazione è molto forte si può scegliere di sanare ciò che è rimasto in sospeso oppure di rimandare a qualche anno più avanti il lavoro di risanamento perché spesso accade che incontriamo un’anima gemella poco compatibile al momento non esatto per l’evoluzione di entrambi.

Potremmo così poi “adattarci” ad altre Anime gemelle più compatibili o Anime compagne che incontriamo, anche se non sentiamo quella stessa attrazione di prima. Sono queste le Anime di transizione con cui possiamo comunque portare avanti una interessante evoluzione, senza però sentire quell’Unione sacra a cui aneliamo.

 

Potremmo poi reincontrare quell’Anima gemella da cui ci sentivamo molto attratti che nel frattempo è cresciuta come noi, lontano da noi, e riprendere il lavoro di crescita insieme. Oppure potremmo aver incontrato un’altra Anima gemella a noi più compatibile e iniziare un’altra ri-evoluzione e dimenticarci completamente della precedente Anima gemella con cui aveva avuto diverse difficoltà precedentemente.

 

A tutti noi è capitato almeno una volta nella vita di esserci innamorati di qualcuno con cui abbiamo vissuto non poche difficoltà; un qualcuno per cui avremmo fatto di tutto, e poi dopo qualche anno scoprirci felici con un’altra persona e ricordarci il precedente partner come qualcuno con cui non c’è stato nulla di importante.

 

Tuttavia quando parliamo di Anime gemelle non si intende per forza di anime con cui dobbiamo avere una relazione sentimentale e sessuale. Si può trattare anche di relazioni lavorative e sociali di diversa natura con cui avere una attrazione mentale e anche spirituale.

Quando poi un’Anima gemella compatibile o con cui abbiamo lavorato alla “compatibilità” animica diventa anche un partner di vita e abbiamo gli stessi o simili intenti dell’Anima e progetti animici, allora possiamo definirlo/a un compagno/a divino/a, ovvero un essere spirituale incarnato in un’esistenza comune di Anime.

 

Al di là di qualsiasi accanimento spirituale, può accadere che in una vita abbiamo da fare l’esperienza di incontrare ed evolverci con un partner divino oppure abbiamo da vivere l’esperienza con un partner di vita che non ha in comune lo stesso nostro intento dell’Anima né il nostro progetto animico. Ciò non toglie che se entrambi ci rispettiamo e ci stimoliamo in ciò che le nostre Anime sono venute a svolgere nell’incarnazione, la relazione può essere, se non proprio sacra, come tra due compagni divini, altrettanto sana.

In nessun caso le Anime hanno da completarsi, ma sempre da evolversi insieme, altrimenti la relazione rimane una relazione di “appoggio” in cui nessuno dei due esseri può crescere.

 

Mentre esistono tantissime Anime compagne così come tantissime Anime gemelle, il caso di completamento – seppur sempre evolutivo – esiste solo nelle Anime di Fiamme gemelle.

 

Di questo approfondiremo nel corso del nostro BreathBalance®,: RISOLUZIONI STORICO-GENETICHE I-II.

 

Buon respiro cosciente e coerente!

ANIME IN CAMMINO

Tutti noi nasciamo con un intento dell’Anima e con un progetto, per i quali essere qui in questo momento: a volte ciò non ci è chiaro, talaltra abbiamo come una intuizione, ma spesso ne siamo ignari, avendone solo una sensazione.

Nel corso ANIME IN CAMMINO del nostro BreathBalance®, esploreremo attraverso il Respiro cosciente e coerente, la provenienza della nostra Anima, la vibrazione e la risonanza.

Che cos’è un intento dell’Anima e in cosa differisce da un progetto dell’Anima (altrimenti detto animico)?

L’intento dell’Anima è l’energia verticale (spirituale) che ha portato l’Anima a incarnarsi per adempiere a un progetto animico orizzontale (nella vita di tutti i giorni) attraverso il quale realizzare matericamente la propria evoluzione, qualunque essa sia.

Laddove non siamo a conoscenza di quale intento ci “anima” ad evolverci nel viaggio in corso, è assai complesso che individuiamo il progetto che la nostra Anima intende realizzare.

E non si tratta di realizzazioni altamente filosofiche, né altamente materiali.
Possono esserci persone con progetti animici apparentemente diversi come possedere tante case, o avere tanti figli, o scrivere tanti libri ed essere persone animate dallo stesso intento, per es. l’accoglienza.
In questi progetti ognuna delle tre persone può onorare lo stesso intento in modi concretamente differenti.

Per tale motivo il brancolare nell’incertezza, nell’ombra, riguardo l’enigma interiore: “Che ci sto a fare qui?” riverbera e si amplifica proprio nella relazione con gli altri, in cui quello che vediamo di chi ci sta di fronte non è altro che uno specchio di noi stessi. E spesso quello che vediamo negli altri è esattamente il loro intento dell’Anima che desideriamo contattare laddove abbiamo smarrito il nostro o non ne siamo per niente consapevoli.

Il modo in cui ci relazioniamo con gli altri e come creiamo relazioni di coppia: coniugali, amicali, lavorative ci mostra se stiamo onorando il nostro progetto animico allineato all’intento della nostra Anima, riconoscendo la risonanza con altre anime.

Eppure al di là di ciò che portiamo in gioco nel gioco di Specchi, ognuno di noi cerca sempre di assolvere alla propria evoluzione dell’anima.
In che modo le anime si differenziano al livello di vibrazione? Come si riconoscono? Quando si incontrano?

Iniziamo dalle Anime “familiari” ovvero quelle che provengono dalla stessa Famiglie d’Anime con cui ci re-incontriamo quando ci incarniamo.

Nelle relazioni genitori-figli-parenti-colleghi è facile ritrovare membri della stessa Famiglia d’anime con cui ci siamo già conosciuti e con cui ci rivediamo per continuare ad apprendere certe esperienze lasciate in sospeso ma anche altre. Con alcune di esse potremmo anche intessere una relazione sentimentale di coppia, anche se la vibrazione da cui proveniamo, essendo simile, potrebbe orientarci di più su una relazione sociale-collettiva che su una relazione amorosa di attrazione.

E quando si tratta di attrazione – come fra Anime gemelle – non significa che non possa esserci cooperazione, anzi. Significa piuttosto che possono unirsi Anime gemelle provenienti da due diverse Famiglie d’Anime con vibrazioni diverse e quindi con maggior attrazione proprio perché diverse.
Nel caso di Anime Compagne – benché esistano più teorie – sono tali due Anime che appartengono alla stessa Famiglia d’Anime o da due Famiglie d’Anime diverse ma con vibrazione molto simile.

Tra Anime Compagne può quindi intessersi una relazione interessante e, laddove provengano da Famiglie d’Anime diverse, può iniziare il loro “gemellaggio” a partire dalla vita in corso.

DEI DETTAGLI ENERGETICI negli incontri animici approfondiremo nel corso SUCCESSIVO a questo FAMIGLIE D’ANIME.

Per adesso soffermiamoci su un altro aspetto assai frainteso, ovvero la nostra funzione Sacra, di cui parliamo in un altro articolo di questo blog e che tratteremo in modo esperienziale nei corsi del nostro BreathBalance®: ASTROLOGIA EsSoterica (I-II).

Buon respiro cosciente e coerente!

RESPIRO E CORAZZE MUSCOLARI

Nel  nostro corpo fisico abbiamo cristallizzato le esperienze che ci hanno segnato emotivamente; abbiamo spesso reagito cercando di non sentire il dolore, la delusione, la paura che hanno accompagnato queste esperienze e che pertanto si sono incise nel nostro mondo emotivo e nel nostro corpo: abilmente abbiamo costruito corazze muscolari per proteggerci e a cui siamo talmente abituati da sempre da sembrarci naturali espressioni di noi stessi. In quei punti specifici del corpo il nostro respiro passa (poco) senza ammorbidire la tensione insita nel muscolo.

Nessuno insegna a respirare a meno che non ci si rivolga a un esperto del settore.

In questo corso condotto e ideato da Alfonso Guizzardi e Nicoletta Ferroni, intitolato RESPIRO E CORAZZE MUSCOLARI,  Ogni partecipante che vorrà mettersi in gioco potrà riconoscere la propria corazza, accettarla e ammorbidirla, senza necessariamente abbandonarla per sempre.

Giocheremo con le nostre resistenze, individuando la funzione che hanno assolto nella nostra vita le corazze e potremo scegliere se tras-formare le tensioni o tenercele care per sempre.

A ogni tensione muscolare seguirà l’incontro con l’organo e l’apparato con cui la corazza è diventata complice e da là scopriremo verità molto curiose sul nostro sistema nervoso e non solo. Le ossa ci mostreranno quanto ci sentiamo strutturati; i muscoli quanta forza vitale scorre o non-scorre in noi. Ed il respiro ci mostrerà, sempre più, quanto la vita fluisce nel modo in cui respiriamo o non respiriamo!

Lavoreremo partendo dal nostro concepimento, da come abbiamo vissuto la nostra vita intrauterina, la nostra nascita e il modo in cui siamo stati allattati per arrivare ad essere consapevoli di come ci siamo organizzati e di come possiamo liberarci per vivere pienamente.

LA MAESTRIA DELL’EGO

Si parla tanto di maestri. Ma chi è un maestro?

Forse il maestro è innanzi tutto colui che sa essere maestro a se stesso. Per questo non esiste il vero maestro, perché tutti nell’imparare percorriamo dei passi che spesso sembrano “falsi”.

C’è chi afferma che il “falso maestro” usa la relazione con gli altri per nutrire il suo ego. Ma chi non lo fa?  E soprattutto, che cosè lego?

Molti si illudono di poter vivere senza dover acquietare il proprio ego. Ma anche questa è unillusione nellillusione. Lego è un abito con cui tutti ci mostriamo a noi stessi ancor prima che al mondo. Un abito più o meno gradevole con cui proteggiamo un sé e un io.

Il , inteso come unità complessiva della personalità che abbraccia  conscio e inconscio e lio, come centro strutturato della mente cosciente, il bagaglio cognitivo di cui siamo consapevoli, hanno da essere protetti in qualche modo con un abito comportamentale ed emozionale.

Chi di noi accetta il proprio ego, anzi ancor prima, chi lo riconosce?

Stiamo parlando di qualcosa che ha a che vedere con le reazioni umane, che possono essere meccanismi difensivi o meccanismi protettivi.

Se so scegliere quelli protettivi anziché quelli difensivi, come manifestazione di un ego sintonico e non distonico, già sono avanti nellessere soprattutto maestra di me stessa. Ma non sempre.

E citiamo un esempio. Immaginate uninsegnante che insegna da una tanti anni e che fin dallinizio ha sempre preferito proteggersi anteriormente, anziché difendersi posteriormente, mostrando ai suoi allievi le sue debolezze, i suoi limiti, ma anche le sue evoluzione e i suoi traguardi.

Potremmo dire che è uninsegnante umile, onesta, sincera. Ci sta. Ma potremmo dire anche che è uninsegnante che sta già avendo paura che prima o poi i suoi allievi scopriranno parti di lei che potrebbero non piacere, e quindi anche questa insegnante sta giocando un gioco di potere fasullo.

Oppure immaginiamo uninsegnante che mostra solo i suoi successi, raccontandoli, tenendo però privata la sua vita per paura che vengano alla luce le imperfezionidella sua esistenza.

Immaginiamo anche uninsegnante che è molto accondiscendente con gli allievi, lasciandoli liberi di fare la loro strada con i propri tempi senza s-forzarli, lasciandoli forse bloccati più tempo necessario di quanto rimarrebbero, se questa insegnante avesse il coraggio di spronarli con amore ma con determinazione. O comunque con lamore con cui linsegnante è capace di amare.

Quale delle tre insegnanti vi piace di più? Qual è la più adatta al caso vostro? Forse nessuna delle tre. Forse avete un altro ideale di insegnante perfetta per voi.

Un maestro è colui o colei che sa darvi, nel modo che conosce, quella chiave che serve a voi per aprire il vostro cuore e questa chiave ve la può dare solo quellinsegnante ha già sperimentato questa apertura del cuore, con o senza meccanismi difensivi.

Perché lego lo curi e lo ami, se il cuore sa riconoscere le proprie ferite senza accusare lego di essere un ego ferito. Le ferite appartengono a tutto il tuo sé, a tutto il tuo io, a tutto il tuo ego.

E, senti questa, forse queste ferite non sono neanche solo  tue, ma nascoste nel tuo dna, in eredità chissà da quanti secoli, chissà da chi. Per cui, ego su ego, vedi che cosa accadrà se uno dei tuoi più grandi maestri è proprio il tuo di Ego.

Nicoletta Ferroni,

www.nicolettaferroni.it